Uno dei centri più prestigiosi dell’Europa Medievale, l’l’Abbazia di Farfa è uno dei monumenti in assoluto più rappresentativi della Sabina, nel momento più alto della sua potenza essa controllava 600 tra chiese e conventi, 132 castelli o piazzeforti e 6 città fortificate, per un totale di più di 300 villaggi:

 
L'Abbazia di Farfa dall'alto
L'Abbazia di Farfa dall'alto
L'incompiuta Chiesa Nuova
L'incompiuta Chiesa Nuova
La cripta e Fara Sabina
La cripta e Fara Sabina
Cripta oratorio di San Martino
Cripta oratorio di San Martino
Muri a secco e stramma
Muri a secco e stramma
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: si diceva che l'abate facesse ombra alla potenza del Papa! Essa ebbe un ruolo fondamentale nel forgiare il paesaggio della Sabina: le colline intorno sono olivate sin dall’epoca romana e forse anche addietro, ma grazie all’Abbazia e alla sua opera di presidio, la coltura di questa pianta sacra non si interruppe neanche durante i caotici secoli del primo medioevo. E il risultato è ancora oggi di fronte ai nostri occhi: vaste distese a mosaico di campi e uliveti che in primavera si riempiono dei colori delle fioriture mediterranee come quelle porporine degli alberi di Giuda o quelle bianche di mandorli e ciliegi. Spostandoci invece sulle pendici e sulla cresta del Monte che, da sud, protegge e circonda l’attuale Abbazia, il Monte Acuziano, ci si ritrova in un luogo dall’aspetto un po' “lunare”, legato all’affermarsi di lande erbose estremamente aride, frequentemente percorse da incendi e dominate dalla stramma (Ampelodesmos mauritanicum Poir.), che agli incendi è ben adattata a resistere, nonché ricchissime di orchidee e altre specie di pregio. In queste alture panoramicissime dalle quali lo sguardo spazia fino a Roma e al mare, si legge tutta la storia dei luoghi e l’epopea degli uomini, come se fosse “congelata” nel tempo, a partire dai resti di una villa di epoca romana, per continuare negli albori delle esperienze eremitiche, con i resti del Romitorio di San Martino, fino alla fase del massimo splendore del monastero incarnato nell’incompiuta e poi abbandonata, Abbazia nuova, voluta in prima battuta dall’Abate Berardo di Farfa nell’XI secolo in risposta a istanze politiche e pratiche della comunità monastica.

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