A Canneto sopravvive uno dei più antichi ulivi d’Europa, il così detto ”Olivone”, datato intorno ai 1500 anni, simbolo di una ancora più antica vocazione produttiva: l’olio della sabina,
definito dal medico Romano Galeno come il migliore del mondo conosciuto. La zona si trova nei pressi dell’area dove sorgeva l’antichissima città Sabina di Cures, centro già fiorente molto prima dei romani, dove già dall’VIII sec. a.C l’ulivo era coltivato a scopo alimentare. In pratica questa zona è stata la prima area di coltivazione di ulivi asservito ad un grande mercato come quello di Roma. La ragione è essenzialmente il clima, idealmente secco per la crescita e la produzione di ulivi, Fara Sabina si trova in cima a una cresta montuosa chiamata Monte degli Elci, esposta a sud, ai venti miti provenienti dalla Valle del Tevere. Queste condizioni ambientali sono confermate dalla vegetazione naturale che ricorda quasi perfettamente quella che si trova sulla costa. Gli olivi vengono coltivati con vari metodi per massimizzare lo sfruttamento dei terreni anche in condizioni difficili, ad esempio su terrazze in pietra a secco. Alle quote inferiori si possono trovare molti olivi secolari, o anche millenni, spesso mescolati agli alberi di agrumi, che sono un ulteriore segno del clima particolarmente mite di questa zona, anche se, questi alberi, per crescere bene ed essere protetti dal gelo invernale, sono piantati quasi esclusivamente adiacenti alle mura delle case. Il mondo dell’olivicoltura si sviluppò nei secoli sotto il controllo della vicina Abbazia di Farfa e poi ancora durante il dominio dei papi formando un paesaggio caratteristico che ancora oggi ci mostra le tracce di un passato glorioso
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